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Il Gruppo non ha una sede

Gruppo Alpini di BORRELLO

Fondato nel: 1960 Numero: 144 Zona: 7

Borrello può a ragione definirsi "Terra di Alpini" avendo molti suoi figli già nella prima Guerra Mondiale,fatto parte delle gloriose Divisioni Alpine che si sacrificarono per la completa redenzione del suolo italiano. Purtroppo il ricordo di quei valorosi si limita a pochi nomi. Il primo caduto fu il C.M. Pietro Palmieri, cl. 1891, che fu colpito il 17.08.1915 nelle trincee dell'alto Backer nei pressi delle Cime di Lavaredo. I suoi Resti mortali furono restituiti alla giovane vedova ed alla sua figlioletta nel 1924. Commilitoni più fortunati furono il capitano medico Annibale Beviglia e gli alpini Raffaele Di Benedetto, Orlando Di Luca, Vincenzo Simonetti e Antonio Antonelli.

Alla Guerra d'Abissinia parteciparono con la Divisione Pusteria - 11° Rgt - Btg. WorkAmba - cinque baldi giovani del 1913, uno dei quali, Domenico Di Liscia, fu colpito a morte al Passo Uarieu. Gli altri - Pietro Festa, Giuseppe Puce, Michele Spagnuolo e Pietro Viola - poterono gioire della conquista dell'Impero. Il buon Michelone vi restò fino al 1937 con la Compagnia Genio, collaborando alla realizzazione di molte opere stradali in cui lasciò la sua testimonianza di valente maestro scalpellino. Aveva guadagnato la Croce di Guerra per aver compiuto atti di valore nelle battaglie del Tacazzè-Axum e del Tembien. Lo colse il mal d'Africa e la dichiara­zione di guerra, il 10 giugno 1940, lo trovò in Libia dove restò fino all'ultimo giorno delle operazioni. Al rientro in Patria fu inviato in Francia dove restò fino all'8 settembre concludendo oltre 10 anni di servizio attivo.

Numerosi alpini parteciparono alla Seconda Guerra Mondiale, e soltanto due di essi non fecero ritorno: il sergente maggiore Armando Palmieri ed il serg. Pietro Palmieri classi 1918 e 1913. Già reduci delle "Campagne di Albania e Grecia", il più giovane era stato decorato di Croce di Guerra il 15-11-1940 nella località greca di Goritza S. Anastasio, vennero inviati in Russia. Due storie parallele le loro - 9° Alpini, Btg L'Aquila, servizio presso il Comando divi­sionale della Julia - che si disgiunsero nel momento della ritirata. Stesso sfortunato atto di altru­ismo che ciascuno di essi compì, separatamente, offrendo ad un subordinato il proprio posto sui camion di testa della colonna, i soli mezzi che riuscirono a svincolarsi dalla sacca. Il silenzio calò sui due Sergenti finché, dopo 55 anni, nell'estate 1998, non è giunta notizia della morte di Pietro, alla figlia Teresa che non lo aveva conosciuto, avvenuta a Tambov il 10 maggio 1943. Le sue ossa riposano, confuse tra mille altre, in un sacrario che è stato eretto nel vicino bosco di Rada a ricordo degli innumerevoli prigionieri italo-tedeschi periti nel Campo n. 188. Per il povero Armando continua ancora a sopravvivere la flebile fiammella della speranza dei suoi familiari. Scamparono alla drammatica ritirata: Francesco Festa, Gaetano Evangelista e Giusep­pe Evangelista, rispettivamente delle classi 1913-20 e 21, tutti del Btg. L'Aquila. Feriti e con i piedi congelati, riuscirono a trascinarsi fino ai piccoli ospedali da dove li avviarono agli ultimi treni. Peppino ebbe la fortuna dalla sua parte perché, dimenticato in una stanza tra i feriti più lievi, casualmente venne raccolto all'ultimo momento. Fecero la tremenda e disperata marcia del ritorno, ma non insieme. Domenico Di Luca, "alpino" per antonomasia, e Giuseppe Palmieri, fratello dello sfortunato Pietro. La sorte avversa li aveva divisi nel momento cruciale della riti­rata e inutili e pericolose furono le sue ricerche durante quel terribile e interminabile calvario, eppure lo sentiva vicino.

Gli Alpini di Borrello diedero il loro contributo di sacrifici e di sangue anche alle "Campa­gne di Albania e di Grecia", il cui ordine cronologico è stato qui postposto per evitare citazioni ripetitive. Oltre ai due sergenti già citati, vi parteciparono: Eliseo Di Benedetto e Enrico D'Or­feo, cl.1914 e 1920 entrambi con le estremità congelate. Il sergente Giovanni Rago, cl.1916 che dalla Pusteria era transitato al Battaglione Abruzzese della novella Julia e Donato Nelli.  

Il più giovane alpino che ha partecipato alla 2^ Guerra Mondiale è stato il sergente Felice Palmieri, classe 1923. Venne richiamato a gennaio del 1945 ed inviato sulla linea gotiga, aggre­gato al 2° Corpo Polacco. Finita la guerra di liberazione, rimase a presidiare, con il Btg Tolmezzo, dell' 8° Alpini, fino a luglio del 1946, la frontiera orientale diventata punto caldo e di massima frizione tra i due blocchi. Felice, appartenente ad una famiglia che aveva offerto alla patria i servigi di altri due figli, uno dei quali, il già citato Armando, disperso, era stato sottratto alla ricostruzione della casa nel momento di maggior bisogno.

Ma non si può concludere questo excursus senza parlare del tenente medico Vincenzo Beviglia, cl. 1910, che, in regime di mobilitazione, alla vigilia della guerra, sulle Alpi venete aveva partecipato, con grande altruismo, al salvataggio di un Alpino caduto in un crepaccio.

Contrasse una infezione polmonare che, risvegliatasi durante l'instancabile e pericolosa missione di medico svolta sulla linea del Sangro, nella terra di nessuno, a favore di quelle popo­lazioni oppresse, gli risultò poi fatale.

E' doveroso, infine, accennare al sottotenente Felice D'Arcangelo, cl.1922, che in servizio sul confine lombardo all'atto dell'armistizio, per sfuggire alla cattura dei tedeschi si rifugiò in Svizzera restandovi internato fino al giugno 1945.

Nel dopoguerra, di anno in anno, aumentò l'arruolamento delle giovani leve negli Alpini e il loro entusiasmo coinvolse i " Veci" nel progetto di fondazione del Gruppo Alpini di Borrello.

Il tenente D'Arcangelo ricevette l'incarico e in occasione della quarta Adunata Interregionale di Teramo, del settembre 1959, vennero definite le linee di programma e la data della manifesta­zione che venne fissata per l'inizio dell'anno nuovo. Molti degli oltre 60 tesserati si misero all'opera per i preparativi necessari. I primi soci furono i Cavalieri di Vittorio Veneto, tra i quali Raffaele di Binedetto venne eletto presidente e , ad honorem, il capitano Annibale Beviglia medico a Gorizia, sua amata seconda patria, dove volle fermarsi nel 1918 alla fine della guerra.

Insieme all'appassionato messaggio augurale inviò in dono un bellissimo dipinto ad olio, che aveva ricevuto in guerra da un suo Alpino, raffigurante un conducente col mulo dall' espres­sione segnata dallo sforzo e dalla serena rassegnazione. Amava conoscere ed invitare nella sua casa tutti i soldati borrellani in servizio in città e nei dintorni, ma aveva avuto una speciale predilezione per i giovani della Julia che nell'estate del 1942 effettuavano ivi i preparativi della partenza per la Russia, forse presagendo il drammatico destino a cui andavano incontro.

Il21 febbraio 1960, la domenica fissata per celebrare il grande avvenimento, fu una giorna­ta freddissima, ma piena di sole che si scaldò via via che arrivarono in gran numero, le penne nere accolte dalle note festose della fanfara di Atessa. La manifestazione ebbe uno straordinario effetto su quelli che non sapevano di cosa fossero capaci gli Alpini e, soprattutto sui bambini. La Messa, la Preghiera dell'Alpino, la benedizione del gagliardetto e le toccanti parole di don An­tonio Orlando, in una chiesa strapiena; la sfilata tra due ali di folla in delirio; l'onore ai Caduti; il discorso celebrativo affidato alla vibrante parola di Felice D'Arcangelo. Egli accomunò il glorioso sacrificio di " Quelli che erano andati avanti" e dei Dispersi, alle fatiche strenue ed angosciose dei Reduci, elogiando anche la vitalità e la fierezza dei giovani Alpini, ai quali augu­rò che il loro contributo alla Patria fosse per il mantenimento della pace e mai più per la guerra. La festa proseguì, riuscitissima, nel rispetto della tradizione alpina. Fu sicuramente, per tutti, un avvenimento da non dimenticare.

Erano quelli gli anni dell'emigrazione per l'estero e per le regioni che richiedevano il lavoro della nostra gente, ciononostante il Gruppo restò unito partecipando alle direttive ed ai program­mi stabiliti dalla Sezione Abruzzi. Alla fine del 1966 un grave ed inaspettato lutto lo colpì pri­vandolo di uno degli uomini più rappresentativi. Il tenente D'Arcangelo, maestro diligente e padre esemplare, che lasciò un grande vuoto e gli animi sconvolti. Un alpino classico, dalla forte simpatia, dalla voce possente che nelle adunate guidava con fierezza il Gruppo di Borrello imponendolo all'ammirazione di tutti gli altri. Il Parroco nell'omelia aveva sottolineato l'altru­ismo, che l'infermo dimostrava nel corso delle sue visite di conforto, quando anteponeva alle proprie sofferenze quelle inaudite degli Alpini in Guerra. Proprio la sua grande umanità voleva ricordare agli Alpini, accorsi numerosi alle esequie mentre si scambiavano di spalla in spalla il Feretro lungo il tragitto, dalla chiesa di S. Pietro al Cimitero di Lanciano, al cospetto di una folla commossa.

Dopo Raffaele Di Benedetto si avvicendarono alla guida del Gruppo: dal 70 al 75 Enrico D'Orfeo, dal 75 al 90 Felice Palmieri, dal 90 al 98 il sottotenente medico Antonio Festa, finché assurto alla prestigiosa carica di Presidente della Sezione Abruzzi, nel 1998 passò la mano al­l'attuale capogruppo Fulvio Palmieri. Festa ha avuto il merito dell'acquisizione e del recupero della "casa del bosco", in un posto ideale per le riunioni e per trascorrervi qualche ora distensiva.

In un piccolo centro come Borrello, dove la popolazione è in continuo calo, il compito del responsabile è molto arduo per tenere in vita un'associazione di uomini. Occorre una ferma volontà, anche se la fratellanza e lo spirito di corpo sono tradizionalmente le doti che contraddistinguono gli Alpini. 11 voto augurale di tutti è che in questo segno possano sopravvi­vere i Gruppi locali, e la Sezione Abruzzi, al tentativo di scioglimento dei Reparti Alpini.


Riccardo D'Auro

Il gruppo in esame alla fine dell'anno 2006 registra i seguenti soci:

  • - Soci alpini nr 22;
- Soci aggregati nr. 9.
 

Il gruppo in esame alla fine dell'anno 2007 registra i seguenti soci:

  • - Soci alpini       nr. 22;
  • - Soci aggregati  nr.  8.
AnnoTotaliTipoSesso
201249ALPINO 31 (63%)AGGREGATO 18 (37%)M 45 (92%)F 4 (8%)Capogruppo:EVANGELISTA Carmine
201354ALPINO 29 (54%)AGGREGATO 25 (46%)M 46 (85%)F 8 (15%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
201460ALPINO 32 (53%)AGGREGATO 28 (47%)M 53 (88%)F 7 (12%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
201552AGGREGATO 23 (44%)ALPINO 29 (56%)M 43 (83%)F 9 (17%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
201648ALPINO 27 (56%)AGGREGATO 21 (44%)M 41 (85%)F 7 (15%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
201734ALPINO 16 (47%)AGGREGATO 18 (53%)M 28 (82%)F 6 (18%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
201831Alpino 17 (55%)Aggregato 14 (45%)M 27 (87%)F 4 (13%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
201932Alpino 16 (50%)Aggregato 16 (50%)M 28 (88%)F 4 (13%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
202034Alpino 16 (47%)Aggregato 18 (53%)M 27 (79%)F 7 (21%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
202143Alpino 25 (58%)Aggregato 18 (42%)M 36 (84%)F 7 (16%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
202231Alpino 19 (61%)Aggregato 12 (39%)M 26 (84%)F 5 (16%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
202330Alpino 17 (57%)Aggregato 13 (43%)M 24 (80%)F 6 (20%)Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE
Capogruppo:EVANGELISTA CARMINE